IL PERSONAGGIO – TEUN KOOPMEINERS: E SE RINASCESSE IN UN IPOTETICO 4-2-3-1?
Di Stefano Dentice
Giunto all’ombra della Mole il 28 agosto scorso, pagato 51 milioni più 6 di eventuali bonus, preconizzato dalla dirigenza bianconera, dalla maggior parte dei tifosi juventini e da un’ampia fetta della stampa come il fiore all’occhiello della campagna acquisti della Juventus, Teun Koopmeiners si è trasformato presto in un tulipano appassito, anche grazie alle geniali intuizioni del «tatticomane» Thiago Motta, che ha contribuito in negativo al suo inaspettato e inesorabile declino.
Nella stagione passata, fra Serie A, Coppa Italia, Champions e Supercoppa Italiana, l’ex centrocampista dell’Atalanta ha collezionato ben 40 presenze con un bottino di 4 gol e 3 assist. Francamente, uno score impietoso per un giocatore che avrebbe dovuto alzare sensibilmente l’asticella e fare davvero la differenza soprattutto sul piano tecnico. Invece, complice anche qualche infortunio di troppo, seppur di entità non gravissima, l’olandese ha tremendamente deluso le aspettative.
Nonostante ciò, in vista della prossima annata, il numero 8 della Juve è ancora al centro del progetto guidato da Igor Tudor, che intende rivitalizzarlo e rilanciarlo definitivamente come già dichiarato davanti ai microfoni.
Posto che Koopmeiners ha il dovere di dimostrare carattere e personalità per vestire la maglia bianconera, è altrettanto vero che gli si deve trovare una collocazione ideale in modo tale da esaltare al massimo le sue caratteristiche tecnico-tattiche.
Fino a questo momento, il 3-4-2-1 varato dall’allenatore croato sembra essere il modulo che fornisce maggiori garanzie in fase di possesso e non possesso. Ma per favorire la rinascita del ventisettenne orange, magari dando provocatoriamente libero sfogo all’immaginazione, si potrebbe ipotizzare un 4-2-3-1 per metterlo nelle migliori condizioni al fine di valorizzarlo al 100% e di permettergli il raggiungimento di quella tanto agognata continuità di rendimento. In un eventuale 4-2-3-1 così schierato: Di Gregorio; João Mário, Bremer, Kalulu, Cambiaso; Locatelli, Thuram; Conceição, Koopmeiners, Yıldız; David, non si rinuncerebbe all’impiego simultaneo di Manuel Locatelli, Khéphren Thuram, Francisco Conceição e Kenan Yıldız, quattro pedine intoccabili per l’ex tecnico della Lazio. Ma soprattutto, si consentirebbe a Koop di giocare 25-30 metri più avanti, in posizione centrale a ridosso della prima punta (in questo caso Jonathan David), per sfruttare al meglio le sue indubbie qualità tecniche e, specialmente, la sua capacità di assistman.
Questo perché nell’attuale 3-4-2-1 lui dovrebbe sostituire uno fra Locatelli e Thuram, oppure uno tra Conceição e Yıldız alle spalle del centravanti. Soluzione, questa, da puro «harakiri» tattico. Al contrario, in un ipotetico 4-2-3-1, ci sarebbe una coesistenza che permetterebbe di schierare i quattro elementi sopracitati.
Sia chiaro: si tratta di una provocazione, quasi di un’elucubrazione di natura tattica, ma vagliare soluzioni alternative, magari anche apparentemente drastiche, pur di provare a far rinascere un calciatore di alto livello come Teun Koopmeiners, potrebbe rappresentare un’idea sensata.
È pur vero che bisogna sempre fare i conti con il mercato in entrata, dunque tener presente un probabile ingresso a centrocampo mirato a rinforzare e a cambiare il volto della mediana bianconera. Ma queste ipotesi, al momento, sono avanzate considerando l’attuale organico a disposizione del mister di Spalato.
(Ri)tornando alla realtà, specie a quella del rettangolo verde, sembra altamente improbabile che Tudor cambi abito tattico passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1 per far sì che il classe 1998 diventi protagonista assoluto. Però, almeno immaginare di sparigliare le carte, potrebbe essere un pensiero a «chilometro zero» da non escludere a priori.



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