JUVENTUS IN TRANSIZIONE: LA SFIDA DI COMOLLI E TUDOR PER RITROVARE LA VITTORIA
Di Filippo Vagli
La strada verso
la rinascita non è mai semplice, soprattutto quando si parla di Juventus.
L’epoca del dominio indiscusso ha lasciato il posto a una fase di transizione
difficile, fatta di ostacoli e scelte dolorose, dove il vento della storia
soffia contro anziché accompagnare. In questo scenario, il compito affidato al
nuovo direttore sportivo, Comolli, si presenta quanto mai arduo: riportare
competitività e spirito vincente senza perdere di vista i vincoli di bilancio e
la necessità di snellire una rosa appesantita da eredità scomode. Le prime mosse
della nuova dirigenza, le cessioni di Alberto Costa, Mbangula e Weah, rappresentano
più che altro un inizio. La lista dei giocatori da piazzare, per ragioni sia
tecniche che economiche, resta infatti lunga, sintomo di una gestione passata
che ancora pesa come un macigno sulle strategie future. La differenza rispetto
a un anno fa, però, è netta: ora anche gli esuberi rimangono integrati nel
gruppo fino a nuova destinazione, segnale di un cambiamento di rotta più
attento alla gestione del gruppo. La delusione per la scorsa stagione è ancora
forte, ma il tempo di guardarsi indietro è finito. La fiducia ora è riposta su
Igor Tudor, chiamato a dimostrare di essere la guida giusta per il club in un
momento chiave per le sue sorti. Il tecnico croato sta continuando a lavorare
sul suo modulo preferito, il 3-4-2-1, anche se non è escluso che nel corso
della stagione possano essere valutati altri moduli per sfruttare al massimo il
potenziale della rosa a sua dispostone. La notizia più confortante è quella di un
Bremer perfettamente recuperato dal punto di vista clinico. Ci vorrà del tempo
prima di vederlo esprimersi ai suoi massimi livelli, ma è certo che il leone
brasiliano dovrà assumere il ruolo di punto di riferimento in una difesa che,
sotto la guida di Tudor, sembra ancora dover essere ricostruita, sia nei
meccanismi che nelle certezze. Se, numericamente, il reparto arretrato è
completo (anzi, con almeno due esuberi), sul piano della qualità un innesto
sarebbe auspicabile, ma molto dipenderà dalle prossime operazioni in uscita. La
Juventus di oggi, insomma, si trova di fronte all’ennesima stagione di
transizione in cui saranno fondamentali il lavoro quotidiano, la capacità di
massimizzare il potenziale presente in rosa e il coraggio d’innovare, in attesa
che la ricostruzione produca i primi frutti tangibili. La sfida è riuscire a
trasformare le difficoltà in energia propulsiva, perché l’obiettivo resta
sempre lo stesso: vincere. Perché quando ti chiami Juventus, nessun alibi può
essere accampato.



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