L’EDITORIALE – JUVENTUS: QUESTO AVVIO DI CAMPIONATO FA SORRIDERE TUDOR

 


Di Stefano Dentice

6 punti in due partite di Serie A. 3 gol realizzati e 0 subiti. L’inizio di campionato della Juventus, specie in termini di numeri, è estremamente confortante.

La Juve targata Igor Tudor, dopo l’esordio casalingo con il Parma, battuto 2-0, e lo 0-1 del Marassi di Genova contro il buonissimo Genoa guidato dall’ex Patrick Vieira, giunge alla sosta per le nazionali con qualche conferma e certezza in più: la Vecchia Signora è una squadra viva, solida, credibile, combattiva, con una buona personalità e una componente caratteriale molto importante.

I bianconeri, in realtà già dal precampionato, avevano mostrato segnali assai positivi sotto tanti punti di vista, indicazioni che si sono rivelate soddisfacenti proprio nelle prime due gare di Serie A, dove Madama ha dimostrato di essere sempre sul pezzo, applicata, concentrata, determinata, desiderosa di lottare alla pari su ogni pallone, senza mai trasmettere la minima sensazione di arrendevolezza e smarrimento alla prima difficoltà, al contrario di quanto succedeva nella scorsa stagione in cui, nei primi sei mesi, sedeva in panchina il «neurotattico» Thiago Motta che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe a un passo dalla firma con la Nazionale Italiana Cantanti.

Questa Juventus ha una sua fisionomia, una sua mentalità, una sua identità, una filosofia ben precisa. Tutti elementi inculcati dalla saggia e sicura guida di mister Tudor, che dai suoi ragazzi pretende attaccamento alla maglia, temperamento, intensità agonistica, spirito d’abnegazione. L’allenatore croato chiede ai suoi calciatori di giocare frequentemente in verticale, di attuare il gegenpressing nelle transizioni negative. Esorta i suoi due braccetti, Gatti e Kelly, nel 3-4-2-1, ad accompagnare costantemente la manovra offensiva attraverso ficcanti sovrapposizioni esterne. In fase di non possesso, invece, invita soprattutto i due trequartisti, Francisco Conceição e Kenan Yıldız, ad abbassarsi per dare manforte appunto in fase difensiva.

E a proposito di singoli, che fanno sempre la differenza in qualsiasi squadra di calcio e con qualunque allenatore, il grande ritorno di Bremer sta alzando nettamente l’asticella. Il corazziere brasiliano accorcia sempre con ferocia sull’uomo, guida la difesa con maestria e prorompente personalità, garantendo un’enorme dose di sicurezza in più a tutto l’undici che occupa il manto erboso.

Poi merita una menzione speciale Khéphren Thuram, centrocampista totale che, a livello internazionale, giganteggia come pochi suoi colleghi nel suo ruolo: strappa, sradica palloni, fa a sportellate con il suo diretto avversario, fornisce assist preziosi e prova spesso a mettersi in proprio calciando direttamente in porta.

E infine, ecco che (ri)spunta Dušan Vlahović, da esubero di lusso a riserva di extralusso, visto e considerato che in questo momento funge da vice di Jonathan David. Due dei tre gol siglati dalla Juve fino ad oggi portano la sua firma. Due reti in due match partendo dalla panchina. Non sono solo i due centri che fanno ben sperare, ma la gran voglia di riscatto che l’attaccante serbo mette in campo quando viene chiamato in causa dal suo tecnico. Strano a dirsi, ma attualmente il «rinsavimento» dell’ex centravanti della Fiorentina è una fra le note più liete in casa Juventus.

In attesa che cali il sipario sul mercato, con l’arrivo di Edon Zhegrova sempre più vicino, pedina in grado di aumentare sensibilmente il livello qualitativo dell’organico, Tudor e i suoi possono sorridere per questo inizio di campionato.

Senza alcun dubbio bisogna migliorare ancora molto, in particolar modo sulla scelta e sui tempi di passaggio, su una pulizia tecnica assolutamente perfettibile. Ma la sensazione è che questo gruppo sia coeso, affamato e ambizioso. Tutte peculiarità, queste, che da sempre sono connaturate nel DNA della Juventus. Sì, della vera Juventus. Quella di Igor Tudor.


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