IL COMMENTO – JUVENTUS: IL 4-3 CON L’INTER È UN ATTENTATO ALLE CORONARIE

 


Di Stefano Dentice

Una manciata di minuti al triplice fischio. Così, dal nulla, come per incanto, spunta un’orchidea sul prato dell’Allianz Stadium di Torino. Il raffinatissimo giardiniere è un «insospettabile» ragazzo montenegrino di 19 anni: Vasilije Adžić. È il gol che vale il sorpasso, che sancisce il 4-3 fra Juventus e Inter. Finisce così un match pirotecnico, denso di emozioni al cardiopalma e continui ribaltamenti.

La Juve fatica, soffre, ma alla fine riesce ad avere la meglio sulla squadra nerazzurra che, per volume di gioco e controllo della gara, domina almeno per un’ora abbondante. I ragazzi di Tudor vanno in difficoltà nella costruzione dal basso, soprattutto a causa del pressing alto, a tratti ultraoffensivo, attuato dalla formazione di Chivu. Locatelli e compagni, spesso, si difendono in blocco basso con dieci uomini dietro la linea della palla, tutti raccolti in 30-40 metri e schierati con un 5-4-1 alternato a un 5-3-1-1.

Ma lo spirito della Vecchia Signora è anche questo, specialmente quando si contrappone ai continui cambi di fronte, sovente da quinto a quinto, resistendo alle frequenti sortite offensive di marca nerazzurra che impostano la partita così dalla cintola in su.

Pur non pungendo moltissimo dalle parti di Sommer, i bianconeri restano sempre concentrati senza mai staccare la spina, pronti a capitalizzare le (poche) occasioni più nitide create dai suoi elementi di maggior talento come, su tutti, Kenan Yıldız, pregevole autore del momentaneo 2-1.

Sul gong, subentrato nella ripresa, ci pensa Adžić a decidere il derby d’Italia, con un fendente dalla distanza su cui il portiere nerazzurro avrebbe potuto e dovuto fare meglio.

9 punti in tre partite indicano che la Juventus, in questo momento, gode di ottima salute. Carattere, personalità, determinazione, spirito d’abnegazione e attaccamento alla maglia non mancano mai. Certo, urge lavorare alacremente sulla pulizia di gioco, soprattutto nella costruzione dal basso, sulla scelta e sui tempi di alcuni passaggi decisivi. Ma al netto di queste lacune che, senza dubbio, bisogna colmare il prima possibile, Madama è sempre più una squadra con una sua identità ben precisa: tenace, battagliera e affamata.

Battere l’Inter così, senza dimenticare le pesanti assenze di Cambiaso e Conceição, è una notevole iniezione di fiducia in vista del prosieguo del campionato. Specie se si considera che, insieme al Napoli, Lautaro Martínez e compagni sono i favoriti per la vittoria dello scudetto.

Igor Tudor, almeno fino a questo momento, può ritenersi tutto sommato soddisfatto. La Juventus, la sua Juventus, quella che lui sta forgiando giorno dopo giorno con sapienza e oculatezza, sta acquisendo sempre più le sue sembianze di audace condottiero. La strada è ancora lunga, lunghissima. Ma per adesso, alla Continassa, sorridono tutti a trentadue denti. Con la speranza che la firma sull’iscrizione alla corsa al titolo, col passare del tempo, possa essere (ri)apposta a caratteri cubitali.




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