Juventus a un bivio tecnico: serve un’identità tattica precisa

 


Di Filippo Vagli

La Juventus, dopo tre pareggi consecutivi, si trova ancora lontana dall’esprimere un gioco chiaro e coerente, vero ostacolo tecnico per l’obiettivo di lottare per lo scudetto. Il rendimento altalenante e l’eccessiva dipendenza dai guizzi individuali evidenziano l’assenza di un modello di gioco ormai imprescindibile per competere ad alti livelli. Tudor ha ereditato una rosa da ricostruire, ma la sua sfida è ora definire un sistema stabile e riconoscibile. Le prime quattro partite di campionato riflettevano inizialmente uno sviluppo positivo, con una squadra che sembrava muoversi con compattezza e un’idea tattica abbozzata. Ma poi, con il passare delle giornate, il piano di gioco ha mostrato gravi carenze. L’aspetto difensivo è un campanello d'allarme forte: 9 gol subiti nelle ultime 4 partite (8 in casa) sono numeri che raccontano una fase di non controllo del gioco, con troppe disattenzioni e un pressing poco efficace. La difesa però non è l’unico problema. La mancanza di un’identità offensiva definita impedisce a Tudor di rendere pienamente funzionali i giocatori chiave, lanciando così segnali confusi. Il continuo cambiamento dell’undici titolare impedisce lo sviluppo della chimica tattica. Locatelli, per mesi pilastro del centrocampo, è stato scalzato da Koopmeiners, segno che il tecnico cerca soluzioni senza trovare certezze. David, uno degli acquisti più attesi, non riesce a emergere come fulcro del gioco, mentre Vlahovic, schierato raramente nella sua posizione naturale di prima punta, appare difficile da inserire nel contesto offensivo. Un altro nodo cruciale è la costruzione del gioco: la Juventus fatica a mantenere un possesso palla efficace e a sviluppare manovre corali. I dati sulle fasi di possesso nelle prime metà delle partite evidenziano un problema nella capacità di imporre il proprio ritmo, con bianconeri spesso passivi o prevedibili. Senza un playmaker capace di dettare i tempi e una manovra fluida, gli attacchi rimangono sporadici e legati a iniziative individuali. Il ruolo di Yildiz emerge come una delle poche note positive: la sua capacità di interpretare il trequartista nel 3-4-1-2 sembra un elemento su cui costruire. Tuttavia, senza solidità a centrocampo e un sistema difensivo maggiormente organizzato, anche i momenti di qualità restano isolati. Il match contro il Villarreal sarà un test tecnico alquanto importante. La Juventus deve definire rapidamente un modulo e una gerarchia chiara, eliminare esperimenti e sperimentazioni continue che ostacolano la crescita tattica. Solo così Tudor potrà trasformare la squadra in un collettivo coeso, capace di essere protagonista in Serie A e in Champions League. Ciò che serve è un salto di qualità tattico: dalla protezione difensiva, passando per il centrocampo di interdizione e costruzione, fino al reparto offensivo in grado di sviluppare soluzioni di gioco varie e meno prevedibili. Solo con una solida identità tecnica la Juventus potrà ambire a ritagliarsi un ruolo da protagonista nella stagione.

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