Il 3-5-2 di Tudor: la svolta tattica che può rivoluzionare la Juventus
Di Filippo Vagli
Durante la sosta per le nazionali, Igor Tudor sta sondando una possibile evoluzione tattica per la sua Juventus, valutando il passaggio dal consolidato 3-4-2-1 a un più dinamico 3-5-2. Questa scelta potrebbe rappresentare non solo un cambio di sistema, ma un vero e proprio ribaltamento delle gerarchie offensive, con implicazioni strategiche e di sviluppo del gioco che meritano un’analisi approfondita.
Le ragioni del cambio modulo
Il 3-4-2-1 ha conferito alla Juventus un’identità solida, basata su compattezza difensiva e aggressione sul portatore di palla, elementi cardine del progetto Tudor. Tuttavia, l’allenatore sembra intenzionato a sfruttare la pausa per integrare un’alternativa che consenta di esaltare alcune caratteristiche individuali e risolvere alcuni limiti tattici emersi finora. Il 3-5-2 manterrebbe la solidità della difensive a tre, ma aumenterebbe la densità a centrocampo, consentendo una maggiore gestione del possesso e un attacco supportato da due punte fisiche e dinamiche. In campo, questo si tradurrebbe in una migliore profondità offensiva e un’estensione laterale più strutturata, fattori che possono offrire nuove vie di penetrazione e migliorare l’imprevedibilità nelle fasi offensive.
Chi guadagna dal 3-5-2
Tra i maggiori beneficiari ci sarebbe sicuramente Dusan Vlahovic, il cui rendimento è stato finora limitato dal ruolo singolo di punta. Nel 3-5-2 Vlahovic potrebbe agire con un partner d’attacco, come Yildiz, David o Openda, che gli permetterebbe di muoversi più liberamente in profondità e di sfruttare meglio le sue qualità realizzative. La presenza di un compagno vicino consente anche una maggiore varietà nelle combinazioni offensive e un maggior peso in area avversaria. Al centro del gioco continuerebbe ad esservi la stellina Kenan Yildiz, autentico regista offensivo della squadra, capace di dettare i tempi e collegare centrocampo e attacco con un mix di visione di gioco e dinamismo. Sul piano tattico, Yildiz si adatterebbe bene anche come seconda punta in un attacco a due. Anche Koopmeiners potrebbe trarre beneficio da questa rivisitazione tattica. Finora non sempre incisivo, nel 3-5-2 il suo ruolo da mezzala di inserimento potrebbe ampliarsi, garantendo maggiore libertà di offendere e incidere nella costruzione, a tutto vantaggio di una mediana più equilibrata e propositiva. Non va poi sottovalutato il possibile impatto di Miretti al rientro dall’infortunio: il cambio di sistema gli potrebbe dare maggiore spazio e una collocazione ideale per esprimere la sua qualità e visione di gioco.
I rischi per chi vive di ampiezza
Dal lato opposto, il nuovo assetto appare meno congeniale per giocatori come Zhegrova e Conceição. Entrambi infatti sono calciatori che vivono di ampiezza e libertà negli ultimi metri, caratteristiche legate a una fase offensiva basata su catene laterali verticali e meno rigide. Nel 3-5-2 le catene laterali diventano più strutturate e difensive, con meno libertà di spaziare verso l’esterno. Questo rischio si traduce in un possibile declassamento del loro ruolo a quello di soluzioni dalla panchina, pensate per spezzare ritmi o apportare imprevedibilità nelle fasi finali, ma con meno chance di garantire continuità da titolari.
Un nuovo equilibrio tattico
La sfida per Tudor sarà integrare il 3-5-2 senza rinnegare i principi base che hanno contraddistinto la sua Juventus: solidità difensiva, aggressività sul portatore e verticalità immediata. L’obiettivo è utilizzare questo modulo come un’arma tattica in più, per variare l’approccio alle partite e valorizzare al meglio le qualità individuali e di squadra. Il successo di questa sperimentazione dipenderà anche dalla capacità dei giocatori di adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche di ruolo e movimento, e dal bilanciamento tra le esigenze difensive e offensive. Se riuscirà a trovare questo equilibrio, Tudor potrebbe mettere a disposizione una Juventus più equilibrata, con un attacco più imprevedibile e un centrocampo più dinamico e incisivo. Il 3-5-2 quindi non sarebbe solo un cambiamento numerico, ma l’occasione per rafforzare un progetto tattico ancora in piena crescita, capace di esaltare il potenziale di Vlahovic, Yildiz, David e Koopmeiners, garantendo innovazione senza perdere l’essenza della squadra. Per la Juventus, un passaggio tattico che potrebbe cambiare le gerarchie e aprire nuovi scenari per il prosieguo della stagione senza toccare la difesa a tre tanto cara a Igor Tudor.



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