IL BIVIO VLAHOVIC: TRA PIANI TECNICI E STRATEGIE DI MERCATO IN CASA JUVENTUS

 


Di Filippo Vagli

Dusan Vlahovic continua a essere un tema di grande attualità per la Juventus, non solo sul campo ma anche nelle scelte strategiche di mercato e gestione tecnica. Dopo le reti segnate partendo dalla panchina contro Parma e nel match Champions con il Borussia Dortmund, il centravanti serbo pur confermando la sua capacità di incidere, senza una titolarità stabile rischia di non esprimersi al massimo. La stagione in corso ha visto Vlahovic partire più volte nell’undici iniziale (come contro Inter e Verona), ma senza riuscire a mettere a segno alcuna rete. Ora, al termine del secondo mese, la necessità di definire con chiarezza il suo ruolo diventa pressante, non solo per motivi tecnici ma anche economici. Sul piano contrattuale e di mercato, la posizione di forza del serbo deriva dal fatto che ha rifiutato offerte estive, mantenendo intatto il suo valore. Se giocherà con continuità e in maniera efficace, la lista di pretendenti a costo zero da giugno crescerà; altrimenti il club rischia di portare avanti a lungo un investimento oneroso, con un ingaggio da top player non facilmente assorbibile. L’arrivo di Jonathan David e Lois Openda, per quasi 60 milioni complessivi tra commissioni e stipendi, testimonia la scelta della Juventus di diversificare le opzioni offensive, strategia che implica un ridimensionamento del ruolo di Vlahovic rispetto alle aspettative iniziali. In questa ottica, la cessione a gennaio del serbo potrebbe avere senso: libererebbe risorse economiche immediate (oltre 12 milioni in risparmio ingaggio e un incasso per la cessione), snellirebbe la gestione del reparto offensivo e consentirebbe a David e Openda di avere continuità e serenità per esprimersi. Anche perché, da un punto di vista tattico e gestionale, Tudor ha l’esigenza di uscire da una fase di incertezza sul ruolo del centravanti, mettendo al centro della squadra le nuove punte acquisite per costruire un gioco più fluido e continuo negli ultimi sedici metri, a partire dalla ripresa dopo la sosta internazionale. Un attaccante titolare non può essere integrato a sprazzi, ma deve rappresentare un punto di riferimento chiaro e costante. Vecchia Signora che si trova davanti a un bivio che va oltre il campo: è necessario gestire con equilibrio la convivenza tra le ambizioni sportive e la necessità di sostenibilità finanziaria, costruendo al contempo una gerarchia offensiva chiara e affidabile.


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