IL COMMENTO – LUCIANO SPALLETTI: LA SUA JUVENTUS TUTTA AUTODISCIPLINA E ZERO PRESUNZIONE

 


Di Stefano Dentice

È un Luciano Spalletti serafico, ma allo stesso tempo determinato, quello che si presenta ufficialmente in conferenza stampa al suo primo giorno alla guida della Juventus. L’ex allenatore del Napoli e della Nazionale Italiana parla subito di sensazioni bellissime quelle provate appena giunto a Torino, sponda bianconera. Per lui, ciò che conta di più in questo momento, è far (ri)tornare la Juve ad alti livelli, ma contemporaneamente elogia il suo predecessore Igor Tudor, per il quale manifesta a chiare lettere un grande rispetto e una profonda stima sia come collega che come uomo.

Il tecnico toscano è convinto delle possibilità dell’organico a disposizione, altrimenti non avrebbe accettato un incarico che, almeno temporaneamente, lo legherà alla Vecchia Signora solo fino al 30 giugno 2026. Ma c’è un aspetto che colpisce molto nel corso della sua conferenza: autodisciplina, disponibilità e volontà che, quasi come fosse un mantra, chiederà a ogni singolo componente della rosa per costruire un qualcosa di importante, per tornare ai vertici come tutti i tifosi juventini si augurano.

Le sue squadre, spesso e volentieri, praticano un calcio assai piacevole, come ad esempio quello mostrato a Napoli nell’anno dello scudetto. Ma è pur vero che, per sua stessa ammissione, sono i singoli a fare davvero la differenza, oltre a essere fermamente convinto che lui deve essere valutato, volta per volta, in base ai risultati e alle prestazioni, a prescindere dalla durata del contratto.

Poi c’è un altro passaggio fondamentale durante la conferenza stampa, quando ammette candidamente di voler provare a (ri)entrare nella corsa scudetto, segno, questo, di voler mirare il più in alto possibile senza alcuna preclusione di sorta. Ma non intende farlo a suon di slogan per nessun motivo, a cui lui non crede, bensì lavorando quotidianamente sul campo con dedizione, intensità, passione, unità d’intenti e senza un briciolo di presunzione.

Invece, quando Luciano Spalletti si sofferma sui singoli, tesse le lodi di Dušan Vlahović e sostiene che Teun Koopmeiners debba essere impiegato da mediano o mezz’ala. Sempre restando in tema di disquisizioni tattiche, lascia intendere che non necessariamente cambierà subito il modulo ma, nello stesso momento, dichiara che sarà senza dubbio possibile schierare la squadra con una difesa a 4.

In definitiva, come sintetizzato da lui stesso in un altro passaggio, l’obiettivo sarà ovviamente quello di vincere più partite possibili esprimendo un buon calcio, magari offensivo e divertente, ma soprattutto un gioco efficace e finalizzato al raggiungimento dei tre punti, aspetto che conta in assoluto più di qualsiasi altra cosa.

Spalletti, innanzitutto, dovrà agire sulla mente dei suoi calciatori, entrare nelle loro teste, farli sentire importanti, prima di qualsiasi nozione tattica. Madama, più che mai, ha bisogno di certezze. Il tempo delle scommesse, dei tentativi e degli esperimenti deve finire una volta e per tutte!

Lui porta grande esperienza, profonda conoscenza calcistica, spiccata personalità e voglia di riscatto dopo il fallimento da CT della Nazionale Italiana. Tutti elementi imprescindibili per far tornare il sorriso a trentadue denti all’intero popolo juventino. Il suo compito sarà arduo, ma Luciano Spalletti, checché se ne dica, è uno fra i migliori allenatori italiani in attività, un tecnico capace di incidere in modo pesante sulle sorti di una squadra da ogni punto di vista, una guida che deve far (ri)splendere il sole nel cielo plumbeo della Continassa.

Centrare almeno il quarto posto in Serie A senza affanno, raggiungere come minimo i play-off di Champions e arrivare il più lontano possibile in Coppa Italia sono gli obiettivi di oggi più concreti e decisivi che, senza «se» e senza «ma», il mister di Certaldo dovrà portare a termine in questa stagione.

Mentre per il futuro, possibilmente non troppo lontano, e di sicuro non con questo organico e con una dirigenza più solida e molto meglio strutturata, il sogno è quello di far tornare grande una Juventus smaniosa di primeggiare, come il DNA della Vecchia Signora impone fin dalla sua nascita.


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