JUVENTUS: TRA SOGNI DI CHAMPIONS E CONTI DA METTERE IN ORDINE

 


Di Filippo Vagli

La partita al Bernabeu non è stata quella della svolta, ma ha mostrato una Juve viva e capace di lottare contro il gigante Real Madrid. Se solo la squadra avesse corso con la stessa intensità domenica contro il Como, quel ko sarebbe potuto restare solo un ricordo. E se mantenesse questo livello nelle prossime sfide contro Lazio, Udinese e Cremonese, i punti raccolti potrebbero superare quelli delle ultime tre giornate di campionato. Un piccolo ma significativo segnale che qualcosa (forse) sta cambiando. Perché “forse”? Perché ci sono troppi "se". La Juventus non può ancora dirsi una vera Juve: non basta non perdere per convincersi di essere tornati grandi, soprattutto se la squadra si accontenta di un 0-1 e se più scelte di campo continuano a lasciare dubbi. Perché insistere con Kalulu sulla fascia - un ottimo difensore, di gamba, ma non un giocatore di fantasia - anziché affidarsi a un profilo più tecnico? Perché continuare ad affidare il centrocampo a Koopmeiners quando è evidente a tutti che l’olandese sia totalmente fuori contesto? Inoltre, la notte madrilena ha messo in evidenza un mercato estivo deludente, con Joao Mario, Zhegrova, Conceicao, Openda e David relegati ai margini. Nello stesso tempo a prova di Madrid ha tuttavia dimostrato che non è una squadra da buttare. La solidità con cui ha retto il confronto con un club che investe cifre astronomiche (oltre 800 milioni in cartellini in cinque anni), fa ben sperare. Ora serve chiarezza. Il gruppo deve essere consolidato, puntando a valorizzare i giovani da far crescere, liberandosi di giocatori inutili o fuori ruolo, e mantenendo quei pochi che possono fare la differenza. La società dovrà resistere alle pressioni e Tudor deve restare lucido e pragmatico. Solo così, in questa ennesima stagione di transizione, si potrà strappare una qualificazione in Champions e costruire quella Juventus solida e ambiziosa che tutti attendono. Il match del Santiago Bernabeu è stato sia un campanello d’allarme che un’occasione di riflessione: la Juve deve smettere di inseguire facili illusioni e rimboccarsi le maniche. Serve disciplina tattica, scelta oculata del materiale umano e una visione chiara per recuperare il terreno perso. La strada è ancora lunga, e il purgatorio juventino non si sbloccherà con qualche episodio isolato. Se la società imparerà dai propri errori e Tudor saprà guidare con lucidità, la Vecchia Signora potrà tornare a essere davvero il club che tutti abbiamo conosciuto.  


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