JUVENTUS: UNA SQUADRA ANCORA INCAPACE DI MANTENERE LA CONTINUITÀ PER 90 MINUTI
Di Filippo Vagli
La Juventus si
trova davanti a un problema ben evidente: la difficoltà a esprimere una
prestazione solida e coerente per l’intera durata della partita. 45 minuti
spesso mettono in mostra una squadra viva, aggressiva, propositiva; altri 45,
invece, rivelano una squadra che commette errori, disattenzioni e poca lucidità.
Questo doppio volto si è confermato negli ultimi due incontri, contro Atalanta
e Villarreal, con motivazioni che vanno oltre la semplice casualità.
Mancanza di
continuità: un copione ricorrente
Contro
l’Atalanta, la Juventus ha iniziato con un pressing alto efficace, difesa alta
e molte occasioni create, dimostrando personalità e intensità. Dopo l’errore
individuale di Adzic che ha concesso il gol agli avversari, c’è stato un
evidente calo, con la squadra incapace di reagire e di riprendere il controllo
del gioco, pur avendo l’uomo in più nell’ultimo quarto d’ora. Contro il
Villarreal, invece, è stato l’esatto opposto: un primo tempo in balia della
pressione spagnola, con gravi disattenzioni difensive, e un secondo tempo dove
l’ingresso di Conceição ha offerto vitalità e idee offensive, permettendo il
pareggio. Ma anche in questa partita, il blackout difensivo nei minuti finali
ha vanificato i progressi fatti.
Le ragioni
tecnico-tattiche dietro il problema
Questa mancanza
di equilibrio e continuità appare legata a motivi strutturali e di impostazione
tattica. Il sistema di Tudor prevede due soli centrocampisti centrali,
condizione che spesso espone la squadra a inferiorità numerica nella zona
nevralgica del campo. In assenza di una distribuzione più ampia e di soluzioni
offensive variegate, la Juventus tende a dipendere eccessivamente dalle
iniziative individuali dei trequartisti e degli esterni. Un altro punto critico
sono gli esterni di centrocampo e difensivi, spesso adattati (Kalulu) o
giocatori con caratteristiche più difensive (Cabal) o propensi a stringere
verso il centro (Cambiaso). Tale scelta limita inevitabilmente la capacità
della squadra di allargare il gioco e di creare superiorità numerica sulle
fasce, elemento chiave per costruire trame offensive imprevedibili e
movimentazioni senza palla che smarcano i trequartisti. Manca inoltre la
ricerca sistematica della “seconda palla”, una carenza di aggressività che
condanna la Juventus a perdere velocemente il possesso senza riuscire a
rilanciare l’azione, riducendo le opzioni offensive alle giocate dei
singoli.
Le possibili
soluzioni tattiche
Per superare
questa difficoltà, la Juventus deve lavorare su più fronti. Prima di tutto,
servirebbe una maggiore varietà di soluzioni offensive: ampliare l’uso degli
esterni con sovrapposizioni continue, inserimenti e scambi di posizione aiuta a
rompere la prevedibilità. I trequartisti e gli attaccanti devono essere
supportati da movimenti più fluidi e senza palla, aumentando così le
alternative di gioco e la capacità di sorprender l’avversario. Sul piano
difensivo, è fondamentale migliorare la gestione mentale e atletica della
partita per garantire concentrazione e intensità costante, evitando cali e
leggerezze che pagano a caro prezzo. L’aggressività sul secondo possesso e la
copertura degli spazi anche nella fase di non possesso sono elementi
prioritari.
Considerazioni
finali: una rosa ancora da assemblare
Infine, non si
può ignorare il contesto in cui Tudor lavora: la Juventus gli è stata
consegnata una rosa complessa, con diverse sovrapposizioni di ruolo e senza un
centrocampo di qualità che consenta stabilità e controllo del gioco — un limite
storicamente e anche questa estate irrisolto. L’allenatore sta cercando di
trovare un’identità all’interno di queste difficoltà, ma i progressi possono
arrivare solo da una miglior comprensione tattica e da una rivisitazione delle
strategie offensive e difensive, al fine di ottenere quella continuità che al
momento manca. Solo con aggiustamenti tecnici mirati e con la valorizzazione
delle caratteristiche individuali, la Juventus potrà ambire a un salto di
qualità necessario per competere ad alti livelli sia in campionato che in
Champions League.



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