La Juventus di Tudor: analisi tattico-strategica delle carenze offensive
Di Filippo Vagli
La filosofia
calcistica e l’approccio tattico di Igor Tudor si basano su principi chiari:
intensità elevata, ritmo sostenuto e aggressività posizionale. Tuttavia, questi
pregi diventano un limite quando la squadra deve produrre gioco e creare
occasioni da gol attraverso azioni manovrate e combinazioni precise.
Mancanza di
controllo e costruzione di gioco
Il “modello
Tudor” non presuppone un possesso palla dominante né un controllo totale del
ritmo partita. Invece, privilegia il recupero rapido e la verticalità
immediata. La Juventus, priva di un vero playmaker di raccordo tra linee, paga
questa scelta: manca un riferimento stabile che sappia guidare la costruzione
dal basso e gestire il possesso in modo fluido.
Difficoltà
sulle fasce e le combinazioni offensive
Il sistema
prevede un ruolo importante per le fasce, con esterni bravi nei movimenti e nel
dialogo con i centrocampisti e gli attaccanti. La realtà, però, evidenzia una
scarsa sincronia nel gioco sulle corsie, specie a destra, dove spesso viene impiegato
un terzino adattato a “quinto” cona Kalulu. Joao Mario potrebbe rappresentare
un elemento chiave per migliorare le combinazioni, ma va valorizzato
accettandone i limiti fisici e integrandolo con compiti difensivi contenuti.
Problemi nei
cross e nelle finalizzazioni
I numeri
sottolineano un eccesso di cross (43 contro l’Atalanta, tra i più alti in Serie
A) che però risultano poco pericolosi perché prevalentemente alti e
prevedibili. Mancano cross “bassi” o tagliati alle spalle della difesa, che
permetterebbero l’inserimento di centrocampisti e attaccanti con maggiore
facilità e continuità, aumentandone la pericolosità.
Produzione
offensiva ed expected goals su azione
L’indicatore
principale della debolezza offensiva è il dato relativo ai gol su azione
manovrata: la Juventus è tredicesima in Serie A per occasioni create ed
expected goals escludendo le palle inattive. Questo conferma che la qualità
delle trame offensive è insufficiente. I pochi gol in questa categoria sono
spesso la conseguenza di giocate individuali di talento, non di azioni corali e
ben articolate.
Implicazioni
tattiche e possibili soluzioni
Per trasformare il lavoro intenso di Tudor in una proposta offensiva più efficace, la Juventus dovrà lavorare su un maggior equilibrio tra intensità e controllo palla, introducendo schemi che permettano un fraseggio più pulito e progressivo, soprattutto nel mezzo. Servirà incoraggiare un gioco più collettivo sulle fasce, con esterni capaci di creare combinazioni con inserimenti in profondità o tagli dietro la linea difensiva piuttosto che affidarsi a giocate individuali o cross alti. Una maggior varietà nei cross, puntando su qualità e precisione oltre alla quantità, utilizzando inserimenti coordinati tra centrocampisti e attaccanti. E, perchè no, sviluppare un riferimento tattico di raccordo a centrocampo, per facilitare la costruzione delle azioni e rendere meno prevedibile la manovra offensiva.
Il tecnico
croato ha portato alla Juventus uno stile intenso e propositivo ma la squadra
ha bisogno di affinare la catena offensiva: senza maggior fluidità e qualità
nelle azioni manovrate, la produzione di gol resterà insufficiente per
competere ai massimi livelli.



Commenti
Posta un commento