L’ESONERO DI IGOR TUDOR: L’ENNESIMA VITTIMA DI UNA JUVENTUS IN CRISI D’IDENTITÀ
Di Filippo Vagli
La decisione
della Juventus di esonerare Igor Tudor dalla guida tecnica della prima squadra
non arriva certamente come un fulmine a ciel sereno, ma lascia dietro di sé un
retrogusto amaro per chi ha seguito con attenzione l’evolversi della stagione
bianconera. Più che un fallimento di Tudor, la vera radice del problema sembra possa
risiedere nella campagna acquisti della società e nella gestione di un club in
continuo mutamento, incapace di sostenere un progetto tattico definito. Tudor
non sarà un genio della panchina, ma la scorsa stagione era riuscito a
costruire un’armonia efficace attorno al suo schema preferito, il 3-4-2-1,
plasmando un gruppo che, seppur non celebrato come grande, aveva la solidità
per puntare a un posto nelle prime quattro. La conferma di un gruppo
consolidato, con qualche innesto mirato e il recupero di Bremer e Cabal,
avrebbe probabilmente mantenuto la Juventus stabile in zona Champions League,
con Tudor ancora alla guida. Il problema è stato invece provocato dall’arrivo
di numerosi giocatori offensivi, incompatibili per caratteristiche con il
sistema di gioco di Tudor. Questa incoerenza tattica ha destabilizzato non solo
l’allenatore, che ha perso le sue certezze, ma anche la squadra, che si è
trovata spaesata e senza riferimenti chiari sul campo. Una strategia che ha
penalizzato la continuità e la crescita del gruppo, evidenziando le difficoltà
di un club alla ricerca di una propria identità. Nonostante le difficoltà, va
riconosciuto a Igor Tudor il merito di aver salvato la stagione precedente,
mantenendo viva la speranza bianconera in un momento decisivo. Oggi, più che
colpevolizzare l’allenatore, bisogna guardare al contesto più ampio: una
Juventus che sembra ancora smarrita in una fase di transizione, incapace di
definire un progetto tecnico coerente e di valorizzare al meglio le risorse a
disposizione. Un esonero, quello di Tudor, che è il sintomo di un malessere più
profondo, quello di un club in crisi d’identità che dovrà ritrovare una propria
strada per tornare competitivo ai livelli che la sua storia racconta. Igor
Tudor rimarrà nella memoria non solo come un allenatore esonerato, ma come una
delle tante vittime di un processo di rinnovamento complicato e ancora non
completato.



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