LOIS OPENDA ALLA JUVENTUS: UNA SECONDA PUNTA DA VALORIZZARE AL FIANCO DI UN VERO NOVE


 

Di Filippo Vagli

Lois Openda, attaccante belga classe 2000 arrivato a Torino dal Lipsia con grandi aspettative, sta vivendo una fase di ambientamento complessa che richiama la sua natura tattica più che le doti da centravanti puro. I numeri della scorsa stagione con il Lipsia raccontano infatti una storia diversa rispetto all’immagine tradizionale del bomber implacabile: Openda è una seconda punta, un supporto di grande utilità per un riferimento offensivo strutturato, esattamente come accadeva con Benjamin Sesko, vero “granatiere” del reparto offensivo tedesco. Nel Lipsia della scorsa stagione, Openda ha realizzato 9 gol, con un’incidenza di un gol ogni 274 minuti, pari a 0,3 gol a partita. Al netto dei gol, la sua efficacia offensiva si misura nelle 2,4 conclusioni totali di media a partita e 1 tiro nello specchio della porta medio per partita, accompagnate da una discreta capacità di creare occasioni: 7 grandi occasioni da rete generate e 5 assist all’attivo. Questi dati evidenziano un profilo offensivo più di sostanza e contributo al gioco che di finalizzazione pura. Dal punto di vista tecnico, i suoi dati di precisione nei passaggi (67%), dribbling riusciti (37%) e duelli vinti a terra (52%) mostrano un giocatore capace di muoversi tra le linee, assistendo la manovra e sfruttando l’agilità più che la forza bruta. I suoi dati più problematici son relativi al gioco aereo con solo il 40% di contrasti vinti in questo fondamentale, e nessun gol di testa nella stagione scorsa. Va sottolineato che su 56 tentativi in area ha segnato 7 gol, un dato che conferma più una capacità di partecipare alla fase offensiva che un istinto da killer degli ultimi 16 metri. Da considerare anche i 4 rigori conquistati, segno della sua intraprendenza e capacità di generare opportunità. Un profilo, quello del belga, che corrisponde a quello di una seconda punta che può dare il meglio di sé accanto a un centravanti strutturato e dominante in area, come Benjamin Sesko nel Lipsia. Ecco perché alla Juventus Openda sta ancora cercando la propria dimensione in un attacco con un solo riferimento offensivo. A causa della scarsa continuità e della forte concorrenza interna, il suo impatto è apparso finora limitato e non ha ancora convinto appieno né la società né i tifosi. La chiave per Openda è dunque trovare continuità e il giusto compagno di reparto, un centravanti “puro” al quale offrire supporto e spazi, in modo da sbloccare il proprio potenziale tecnico. Il calendario ricco di impegni della Juventus gli offrirà presto le occasioni per un rilancio, ma si attende il primo gol che possa liberare la sua capacità di incidere a livello realizzativo. Openda non è un bomber da 20 gol a stagione, ma una seconda punta funzionale, capace di valorizzare e dialogare con un riferimento offensivo principale. Se la Juventus saprà inserirlo in un contesto tattico adeguato, come nel Lipsia con Sesko, il talento belga potrà davvero esaltarsi e diventare un elemento chiave dell’attacco bianconero.


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