TUDOR E LA GIOSTRA DEGLI ALIBI: LA JUVE NON SI PUÒ PERMETTERE DEBOLEZZE

 


Di Filippo Vagli

Alla Juventus non serve chi si nasconde dietro scuse, soprattutto se indossa la maglia bianconera. Ho sempre difeso Igor Tudor, apprezzandone l’approccio e la capacità di tenere alto il nome della Vecchia Signora in momenti complessi. Lo sosterrò ancora, finché sarà l’allenatore della Juve, perché la fedeltà non va dispersa alla prima difficoltà. Ma ciò che è emerso nella conferenza stampa di ieri è stato, francamente, difficile da digerire. Parole che suonano come il lamento di un uomo insofferente, confuso e schiacciato dal peso enorme di allenare un club di questa caratura. Parlare di “pazzia del calendario” e attaccare le scelte arbitrali con quel tono è un passo falso che non si può sottovalutare. La cultura degli alibi deve sparire dai cancelli della Continassa. Gli alibi sono la medicina amara dei perdenti, e mi spiace sentire un tecnico juventino costruire quasi tutta una conferenza attorno a decisioni discutibili degli arbitri e a un calendario difficile. Alla Juventus non si cerca giustificazioni, si cerca la vittoria. Questa sera, a Madrid, il calcio potrà regalarci ogni tipo di sorpresa. Non so come andrà a finire la partita né per quanto tempo Tudor resterà sulla panchina bianconera. Quello che però mi sento di dire, con onestà, è che il tecnico croato, in questo momento, appare in evidente difficoltà, e forse non ancora dotato della lucidità necessaria per guidare la rinascita di una grande come la Juventus. In fondo, a Torino, chi guida deve avere il peso della storia sulle spalle ma anche la forza per non cedere al nervosismo. Tudor dovrà ritrovare presto quella serenità che il club richiede, perché qui la montagna è sempre alta e non si può permettere l’ombra di una giustificazione.

 


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