CONTINASSA: IL PONTE TRA DUE EPOCHE DELLA JUVENTUS
Di Filippo Vagli
La magia del
tifo juventino non si limita al presente, ma vive nella memoria condivisa di un
passato fatto di gloria e di eroi intramontabili. Riportare la Juve del 1985
alla Continassa non è solo un omaggio a una squadra leggendaria, ma un gesto
che unisce due secoli di storia bianconera, creando un ponte emotivo tra
generazioni. La Continassa, sede che oggi è il cuore pulsante del club,
accoglie le leggende di ieri e la squadra di oggi, rendendo tangibile quel filo
invisibile che lega trentaquattro anni di successi, sacrifici e carisma.
Quell'incontro tra la Juve che ha vinto a Tokyo la Coppa Intercontinentale e i
giocatori attuali rappresenta più di una semplice passerella: è un momento di
osmosi calcistica in cui il carattere, la “juventinità” autentica, quella che
solo i grandi campioni sanno trasmettere, può infiltrarsi nell'animo dei
giovani. E non è solo Platini a simboleggiare questa continuità, ma l’insieme
dei campioni solidi, uomini veri come Briaschi, Serena e Manfredonia, che erano
le fondamenta di una squadra invincibile. Oggi, in un calcio che cambia
rapidamente, serve rafforzare quelle fondamenta per tornare a costruire cicli
vincenti: l’eredità della Juventus non sta soltanto nei trofei o nei musei, ma
nel carattere che trasforma una squadra in leggenda. La Continassa è la
testimonianza che il club non dimentica le proprie radici, ma guarda al futuro
con la consapevolezza che il DNA juventino, seppur altrimenti lontano nel
tempo, è ancora vivo e capace di ispirare nuove generazioni.



Commenti
Posta un commento